La semplificazione della prevenzione incendi, iniziata col D.P.R. 151 del 2011, proseguita con il codice del 2015/2018, le RTV e con il nuovo D.M. 10 marzo 1998, ha posto il professionista ingegnere al centro della sicurezza fornendo, nel contempo, strumenti di analisi e calcolo semplici e, come ben detto in un recente convegno dal Capo del Corpo dei VV.F., ing. Fabio Dattilo, molte soluzioni “prêt-à-porter”.

Qual è quindi il filo conduttore che va dal D.M. 31 luglio 1934, passando per  la Circolare 91 del 1961, fino ad arrivare alle ultime RTV? La semplicità d’impiego, allargando in modo naturale la platea dei Tecnici che possono occuparsi di antincendio.

Rimane un ristretto campo di applicazioni che dovrà, per forza, comportare l’uso della “fire safety engineering”, ma la stragrande maggioranza delle attività e della loro messa a norma è e sarà approcciabile da tutti i professionisti, senza avvalersi, per forza, di super specialisti.

Un grande ringraziamento va quindi ai Vigili del Fuoco per l’ottimo lavoro di semplificazione svolto; nel contempo noi ingegneri dobbiamo coinvolgerli in nuove forme di attività formativa destinate a grandi platee di colleghi, evitando la deriva “ultra specialistica” che viene percorsa anche ed ancora in questo periodo di “rilancio” (una follia!).

Noi ingegneri non abbiamo bisogno di piccoli gruppi di “fire safety engineers”, ma di grandi gruppi di Tecnici preparati per soddisfare il cliente senza parcellizzare i contributi progettuali perché (ad arte) molto complessi.

Per concludere possiamo dire che se la Circolare 91 del 1961, con la sua semplicità, ha garantito all’Italia, per sessant’anni, il primato del minor numero d’incendi per abitante in Europa, il Codice e i nuovi strumenti a disposizione ci permetteranno ancora di migliorare, coinvolgendo il maggior numero di colleghi, in grado di garantire standard di sicurezza sempre più elevati.