È da ormai un anno che parliamo di Superbonus o meglio di questo importante strumento per la ripartenza dell’edilizia e del suo relativo indotto che nel corso del suo primo anno di vita ha visto svilupparsi, in maniera predominante nel territorio Torinese, soprattutto l’aspetto di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici residenziali.

Seppur con molte difficoltà di interpretazione delle norme, dei vari modelli di asseverazioni per le conformità municipali e prezzi sono stati avviati i primi cantieri che, per quanto molto coerenti ed impattanti per il miglioramento delle prestazioni energetiche, risultano assolutamente orfane del tema dell’analisi delle strutture esistenti.

In particolare ci si riferisce alle situazioni di più importante impatto tecnico-economico, ossia ai condomini per i quali spesso si punta all’obiettivo “miglioramento energetico”, inteso dal punto di vista impiantistico o abbinato all’isolamento dell’involucro edilizio, in quanto ormai entrato prepotentemente nel pensiero di tutti i cittadini in ottica di risparmio economico.

Tutto ciò è assolutamente normale e fisiologico: così intervenendo ogni condomino abbatte i consumi e di conseguenza ottimizza le proprie spese, inquina meno e valorizza il proprio immobile.

Quello che però ad oggi risulta lampante è il fatto che non sia assolutamente naturale parlare, prima dell’efficientamento energetico degli edifici, del miglioramento delle carenze strutturali degli immobili del nostro territorio. Immobili per la maggior parte realizzati durante il boom economico con la priorità di fornire in tempi rapidi ed a costi contenuti un’abitazione alla popolazione in crescita demografica ed economica. Immobili progettati in assenza di normativa sismica, oltre che energetica ed acustica, immobili che in alcuni casi sono giunti ormai al termine della loro vita utile nominale (50 anni).

Pertanto ad oggi risulta sempre più importante la figura e la professionalità dell’Ingegnere, volta a sensibilizzare la propria Committenza, affinché si possa procedere in maniera integrata sulle strutture e sul sistema involucro/impianto. Procedere in maniera integrata comporterebbe migliorare tutte le carenze degli edifici strutturali, energetiche, architettoniche, acustiche e quindi poter tramutare in realtà il concetto di comfort abitativo.

Per quanto concerne le problematiche di carattere strutturale, o di vulnerabilità sismica, spesso e sovente vengono affrontate solo in caso di grave necessità, o dopo l’accadimento di fenomeni irreversibili sismici e non. Crolli di cornicioni, parapetti, fodere esterne di pareti perimetrali a cassa vuota, dovuti a scarsa manutenzione risultano essere quasi all’ordine del giorno.

Se inoltre consideriamo il diffondersi negli ultimi anni della corretta cultura della sostenibilità, associata alle agevolazioni fiscali da parte dello Stato, ci troviamo oggi con numerosi interventi di efficientamento energetico realizzati su immobili con importanti carenze dal punto di vista strutturale e di vulnerabilità sismica.

Tale situazione risulta alquanto paradossale.

Bisogna sensibilizzare, in maniera autorevole e decisa, le istituzioni di ogni grado affinché sia prevista, laddove possibile, l’obbligatorietà di interventi integrati, anche caratterizzati dall’utilizzo di materiali e prodotti che rispettino i principi che stanno alla base dei vari protocolli di progettazione sostenibile.