Fin dai tempi di Aristotele l’uomo, guidato dalla volontà di conoscere, si è chiesto quale fosse il senso del proprio essere.

La curiosità dunque è da sempre stata il carburante per la scienza e la ricerca del sapere.

In linea con tale spirito, venerdì 23 e sabato 24 settembre 2021, si è svolta a Torino la Notte dei Ricercatori, iniziativa promossa dalla Commissione Europea fin dal 2005 che coinvolge, ogni anno, migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei. Noi Ingegneri eravamo presenti attraverso la partecipazione di molti membri della Community, ricercatori coinvolti e dediti attivamente all’iniziativa.

L’obiettivo di tale evento è creare occasioni di incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante, tale da coinvolgere anche chi non fa della ricerca la propria professione, ma è interessato ad approfondire un ampio spettro di tematiche condivise, con un linguaggio semplice ed alla portata di tutti.

Ma cosa significa FARE RICERCA oggi in Italia?

Da un punto di vista prettamente economico, negli ultimi quindici anni il PIL dell’Italia è andato via via diminuendo, in contrapposizione a quello di Francia e Germania che nello stesso intervallo temporale è invece cresciuto.

Lo sviluppo tecnologico italiano, prodotto primo della ricerca, non è in linea con quanto realizzato da Francia e Germania per molteplici ragioni: la burocrazia, la dimensione ridotta delle imprese, gli  investimenti non all’altezza, ecc. Eppure, se anche questi problemi fossero risolti, l’occupazione ed il reddito non raggiungerebbero comunque i valori dei nostri colleghi europei, poiché, in particolare negli ultimi anni, non si è riusciti a costruire una società le cui radici affondino nell’Istruzione di qualità, nella Ricerca e nello Sviluppo.

Con l’investimento da parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) di 15 miliardi di euro per i prossimi sette anni, l’Italia può invertire la rotta. Questo è il pensiero e l’obiettivo del Ministro dell’Università e della Ricerca, Dott.ssa Maria Cristina Messa, intervenuta all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Brescia, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per farlo, ha detto il Ministro, “c’è bisogno dell’impegno e dell’intelligenza di tutti e dei giovani in particolare che invito, nonostante tutte le criticità, le debolezze e le contraddizioni del sistema, ad avere fiducia e a continuare a credere nel valore edificante della ricerca e della formazione”.

Occorre dunque non temere il precariato, credere nell’importanza della ricerca e nelle Istituzioni, sognare un futuro migliore non solo per se stessi, ma per tutte le generazioni a venire. In altre parole avere coraggio e fiducia: CORAGGIO,  da parte dei nostri giovani, di seguire una strada così difficile e tortuosa e FIDUCIA, da parte nostra, nel loro lavoro e capacità.

Occorre infine tener conto che i giovani, adottando un linguaggio e nuovi mezzi di comunicazione, promuovono la divulgazione scientifica non solo con pubblicazioni e conferenze, ma attraverso canali YouTube e manifestazioni di piazza. I giovani sono la linfa per il nostro futuro e la forza coraggiosa del nostro presente: occorre dunque sostenerli, incitarli e spronarli con fondi e progetti di ricerca che possano esaltarne le qualità.

Adesso più che mai, dobbiamo fare nostro il pensiero della Dott.ssa Rita Levi Montalcini secondo cui “La Ricerca deve essere intesa come strumento di conoscenza e non come oggetto di competizione e strumento di potere”.