Ing. Armando Zambrano Presidente CNI “Il settore dell’ingegneria, forse più di altri, è chiamato a proporre soluzioni alla complessità della società in cui viviamo. Noi Ingegneri siamo portatori di innovazione e per questo siamo chiamati a proporre soluzioni per la prevenzione del rischio, per la migliore gestione del territorio e delle comunità che vi risiedono, per migliorare i sistemi produttivi e le condizioni di salute delle persone. Per questo carattere poliedrico dell’ingegneria abbiamo di fronte innumerevoli sfide: dall’innalzamento continuo delle competenze alla ridefinizione della figura del professionista in un contesto in continuo mutamento. Il sistema degli Ordini deve accompagnare gli Ingegneri in questo percorso evolutivo complesso e sfidante. Nuove energie e nuove idee devono essere messe in campo. Non possiamo cullarci sui risultati raggiunti. Dobbiamo, invece, concentrarci sugli ostacoli ed i limiti ancora da superare, esprimendo la nostra idea di innovazione e sviluppo: per essere sempre di più “parte sociale” interlocutrice delle Istituzioni, delle imprese, delle altre categorie professionali. Il Congresso Nazionale di Parma 2021 sarà l’occasione per focalizzarsi su ciò che il CNI e gli Ordini territoriali hanno costruito in questi anni, ma anche e soprattutto per guardare al futuro e ad un percorso di crescita e di sfide che dobbiamo continuare ad alimentare ed affrontare”.

Ing. Susanna Dondi Presidente Ordine Ingegneri di Parma “La cultura della responsabilità costituisce il più forte presidio di libertà e di difesa dei principi democratici. La consapevolezza e la responsabilità di possedere capacità discriminante e critica, ci pone nella condizione di sviluppare all’interno della categoria la cultura della responsabilità sociale. E quale migliore occasione può esserci del Congresso di Parma 2021, il Congresso della città nominata Capitale italiana della cultura con lo slogan LA CULTURA BATTE IL TEMPO e il cui riconoscimento è dovuto a una progettualità che valorizza la cultura come benessere per la comunità, veicolo di sviluppo sociale ed economico, luogo di libertà e democrazia, spazio e tempo di inclusione e di crescita individuale e comunitaria. Creiamo connessioni con le altre professioni, apriamoci ad un dialogo costruttivo con tutti gli altri depositari e portatori di cultura, per trovare quella concatenazione evidente che lega l’elevazione culturale, lo sviluppo tecnologico, l’attenzione ai diritti sociali, la percezione dei mutamenti climatici, il rispetto dei principi democratici, il miglioramento della qualità ambientale e di vita dei cittadini, alla coesione sociale. Vero, grave e grande problema dei nostri tempi. Quell’elemento che argina l’aggressività e consolida le regole della convivenza civile. La nostra categoria deve interrogarsi a quale progresso aspira ed essere attrice del cambiamento, è una questione di etica, non di politica. Consapevoli che, come scrisse Dostoevskij “Senza bellezza l’umanità non potrebbe vivere perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui”. Ricordandoci sempre che devono essere i meravigliosi obiettivi raggiunti dall’uomo ad ispirarci e non l’abitudine al degrado; devono essere le grandi imprese dell’umanità, dalla scoperta del fuoco alla conquista della luna. Vale la pena rifletterci”.