Noi Ingegneri sappiamo quanto sia importante sostenere il ruolo dell’ingegnere nei processi di innovazione e di ricostruzione post COVID 19. Sui media e sui blog nazionali e internazionali ci si interroga come la pandemia dovuta al Coronavirus cambierà il nostro mondo, i nostri valori, le nostre preferenze, insomma le nostre vite e le scelte, individuali e collettive.

Molti esperti si domandano se essa rappresenterà uno stimolo al cambiamento dell’attuale modello di sviluppo nella direzione indicata dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, oppure se la necessità di affrontare i danni economici da essa indotti dovrà fare premio su tutte le altre esigenze, privilegiando la creazione di posti di lavoro senza preoccuparsi di aspetti ambientali o delle potenziali disuguaglianze che le ricette economiche classiche possono determinare.

Ovviamente, la risposta a questa domanda dipende da molti fattori, tra cui la risposta delle autorità politiche alla crisi in atto.

La recente crisi sanitaria ha visto in prima fila gli ingegneri nella gestione contingente dell’emergenza, al supporto delle strutture pubbliche, delle aziende, nei cantieri, nel definire e garantire nuovi protocolli di sicurezza, nel ridisegnare infrastrutture di telecomunicazione e servizi informatici per dare corpo e concretezza alle iniziative di solidarietà digitale, nel progettare dispositivi medici e infrastrutture atte a contenere gli effetti della pandemia.

Qual è il contributo che Noi ingegneri siamo chiamati a dare per non ritornare alle condizioni precedenti all’emergenza e mobilitare la società civile?

Dobbiamo supportare la Categoria orientando formazione e aggiornamento per creare tecnici capaci di:

  • ridisegnare gli spazi di vita tenendo conto dei cambiamenti introdotti dalla recente crisi sanitaria (smartworking, didattica a distanza, eventi culturali, ecc.);
  • ridisegnare gli spazi di lavoro e nuove forme di mobilità sostenibile;
  • ridisegnare le strutture sanitarie e le strumentazioni per il settore sanitario;
  • ridisegnare gli spazi esterni ed interni dedicati alla collettività;
  • promuovere nuovi modelli organizzativi all’interno di aziende ed organizzazioni (spazi comuni, sicurezza nei luoghi del lavoro, approccio allo sviluppo sostenibile, ecc.).

Questo implica che gli ingegneri debbano riconoscere ed esercitare la propria responsabilità nei confronti della società nel suo insieme, responsabilità che a volte, bisogna esserne consapevoli, può essere in conflitto con le richieste del Committente ed essere orgogliosi del loro ruolo di attori protagonisti nella ricostruzione post pandemia, coniugando attraverso l’esercizio della professione, crescita economica e contenimento dell’emergenza sanitaria, inclusione sociale ed equa distribuzione della ricchezza e delle risorse.

Solo attraverso questa consapevolezza sarà possibile prepararsi ad affrontare un’esigenza che diventerà in futuro sempre più pressante per la categoria, attraverso lo sviluppo di una profonda etica della responsabilità che guidi nelle scelte future ed aiuti ad essere motore di sviluppo sostenibile del nostro territorio in questa fase importante di ricostruzione.