Il Coronavirus o infezione da Sars-CoV-2 ha condizionato tutto il mondo per 18 mesi; le varianti autoprodotte dalla mutazione del virus stesso stanno ancora condizionando alcuni Paesi nell’emisfero australe e in Inghilterra.

In Italia, così come nel resto dell’Europa, con le 2 dosi del vaccino, la copertura è pressoché totale. Occorre in ogni caso adottare comportamenti prudenti, soprattutto nei locali chiusi e poco ventilati.

A tale proposito è molto importante proporre interventi semplici, ma efficaci per distruggere la contaminazione del virus nell’aria ambiente. Sugli oggetti, come sulle persone, l’unico modo per difendersi è il lavaggio frequente delle mani con sapone o soluzioni alcoliche oltre il 75% (altamente infiammabili!) e l’uso dei filtranti facciali, meglio se FFP2 o 3 (il costo di questi dispositivi è notevolmente sceso, attestandosi sui 0,50 €/filtrante).

Anche per l’aria ambiente possiamo fare molto. Esistono in commercio 2 tipologie di dispositivi in grado di annullare la contaminazione: le lampade UV e il lavaggio dell’aria con una soluzione acquosa disinfettante.

Le lampade UV interagiscono sul virus con il fenomeno dell’ossidazione, annullando ovvero “uccidendo” il virus stesso. Possono essere installate nei canali di ripresa dell’aria condizionata ovvero su sistemi “stand alone”, da posizionare negli ambienti da “ripulire”. Alcuni di questi dispositivi sono anche mobili, in grado di muoversi nel locale per raggiungere tutti i punti da decontaminare.

Il sistema di lavaggio dell’aria con acqua disinfettante è molto semplice, ma si può impiegare unicamente su macchine stand alone da posizionare negli ambienti. Unico difetto, il refluo, da smaltire come rifiuto ospedaliero.

Per le certificazioni di questi apparecchi occorre essere molto rigorosi. Le Università e le ARPA stanno svolgendo un lavoro prezioso di analisi dell’aria prima e dopo la pulizia. Occorre pretendere di poter vedere i risultati di queste prove, per proporre soluzioni efficaci e durature.