La Laurea in Ingegneria è un titolo di studio che, al momento, non permette l’accesso diretto all’Albo degli Ingegneri, ma presto potrebbe farlo.

Infatti l’art. 4 della Legge 8 novembre 2021 n. 163, in vigore dal 4 dicembre 2021, che ha reso abilitanti alcuni titoli universitari, prevede la possibilità di integrare l’elenco delle lauree abilitanti, con l’istituzione di specifici regolamenti, emanati su proposta del Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR), di concerto con il Ministero vigilante sull’ordine o sul collegio professionale competente, previa richiesta delle rappresentanze nazionali degli ordini o dei collegi professionali di riferimento, oppure su iniziativa del MIUR, di concerto con il Ministero vigilante sull’ordine o sul collegio professionale competente, sentito il medesimo ordine o collegio professionale.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha già deliberato di chiedere al MIUR l’istituzione della Laurea abilitante in Ingegneria e sarà pertanto emanato un regolamento che modificherà gli attuali percorsi di laurea.

L’effetto che si mira a ottenere è duplice: semplificare e ridurre i tempi di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro rendendo l’esame finale abilitante, previo superamento di un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi e rimodulare l’attuale struttura delle classi alle nuove esigenze formative ed all’attuale richiesta del mercato del lavoro, ripristinando il ciclo unico di 5 anni.

In merito a quest’ultimo aspetto si intende abolire la sezione B dell’Albo, chiudendola a nuove iscrizioni ed incentivando coloro che vi sono già iscritti a percorsi formativi integrativi, per permettere loro il passaggio alla sezione A, attraverso un “upgrade” su base volontaria.

È indubbio che gli Ordini professionali debbano essere protagonisti di questo processo e debbano lavorare in sinergia con le Università.

I corsi di Laurea devono tornare ad essere un addestramento all’attività professionale, in modo che i neolaureati siano effettivamente dotati di capacità, competenza ed esperienza, sufficienti ad affrontare fin da subito le problematiche della professione.

E’ auspicabile, quindi, una collaborazione fra Ordini ed Atenei per la stesura ed il monitoraggio di programmi con la segnalazione periodica di nuove esigenze formative e di nuove sfide della professione, per rendere le Lauree immediatamente sfruttabili nel mondo del lavoro.

In futuro si potrebbero valutare percorsi di upgrade che tengano conto dell’effettiva esperienza maturata dagli ingegneri triennali e siano utili al loro accrescimento professionale e culturale, al fine di agevolare un rapido passaggio alla Sez. A degli attuali ingegneri triennali.

L’occasione che si presenta nei prossimi mesi è unica: l’avvento della Laurea abilitante in Ingegneria potrebbe colmare, una volta per tutte, la distanza tra il mondo accademico e quello professionale, formando professionisti sempre più preparati ad affrontare le sfide del futuro.